CENNI STORICI: Numerosi rinvenimenti di reperti archeologici (resti di villaggi palafitticoli, punte di freccia, ceramiche…) nelle nostre zone testimoniano la presenza dell’uomo già dal Neolitico Tardo al Bronzo Medio (cioè dal 4000 al 1500 aC.). Dal IV al II secolo aC. la zona fu invasa dalle tribù celtiche provenienti dal Friuli e conquistata nel II secolo aC. dai Romani che dominarono fino al V sec. dC.. Importante è ricordare che nel nostro territorio vigeva l’organizzazione regoliera. Questo istituto di autogoverno e di razionale sfruttamento del territorio affonda le sue radici attorno al 1000 e rimane vitale fino al periodo napoleonico. Successivamente, la zona di Serravalle passò sotto i veneziani il cui dominio durò fino al 1790, quando la Serenissima stremata da lunghe guerre, decise di mantenersi neutrale nel conflitto in atto tra Napoleone e l’Austria, pur consentendo ad entrambi gli eserciti il passaggio nei suoi territori. All’arrivo di Napoleone nel Veneto, molti cittadini, sperando in un governo democratico simile a quello francese, lo accolsero benevolmente. Napoleone però ripagò la loro fiducia cedendo nel 1797, col trattato di Campoformio, la Repubblica di Venezia all’Austria, il cui territorio comprese anche le zone di Revine e Lago che diventarono provincia dell’Impero Austro-Ungarico. Durante i cinquant’anni di occupazione austriaca, l’assetto del nostro territorio mutò in continuazione, fino all’unificazione del territorio veneto al Regno d'Italia, avvenuta nel 1866, in seguito alle vittorie militari del Regio esercito italiano. Un fatto di grande rilievo, dopo l’annessione allo Regno italiano, avvenne nel 1868 quando in obbedienza ad un Regio Decreto , i paesi di Revine e Lago, con S. Maria e Sottocroda, si unificarono andando così a costituire il Comune di Revine-Lago. Successivamente, durante la grande guerra 1915/18, dopo Caporetto, il Comune subì il peso diretto dell’occupazione militare tedesca, che portò questa zona in prima linea dalla battaglia del Solstizio a quella di Vittorio Veneto. Di fondamentale importanza fu, durante la seconda guerra mondiale la nascita della Resistenza. I gruppi di partigiani di Revine e di Lago si riunirono in diverse brigate (Tollot, Mazzini, Nannetti) e lottarono coraggiosamente contro l’occupazione nazifascista per la libertà.
COSA VISITARE
Il centro storico di Revine si estende sulla pendice meridionale delle Prealpi Venete. Tra gli edifici spiccano il campanile della chiesa parrocchiale (1612/13) che ha subito nel corso degli anni una sua evoluzione architettonica, il Santuario di S. Francesco da Paola (1700) ed ancora più su il castello di monte Frascone del sec. XIII le cui mura sono anteriori al XIII secolo. Esso fu distrutto nel 1282-3 da Bialo e Gelo conti di S. Martino, che per questo furono scomunicati dal vescovo di Ceneda.
Il santuario di S. Francesco da Paola è una costruzione di epoca settecentesca e di forme barocche semplici. Anch’esso fu voluto da Giovanni Domenico Cumano, parroco di Revine dal 1676 al 1719, che era particolarmente devoto a questo santo di cui è rara la devozione nelle nostre zone ed in tutta l’Italia settentrionale. All’interno vi si trova una piccola ma significativa pinacoteca che raccoglie varie opere dipinte da autori locali ma di buona qualità come Francesco da Milano, Mattia Cremls, Tacco, Egidio Dall’Oglio. Di particolare interesse sono anche gli affreschi di Francesco Da Re che si trovano in una delle stanze sopra la sacrestia e rappresentano i cinque misteri gaudiosi. Sotto la strada Provinciale, alle lame, troviamo un lavatoio di epoca ottocentesca costituito da una vasca di raccolta dell’acqua sotto un tetto di legno poggiante su colonne di pietra. A fine ottocento fu munita di vasche laterali e di lavatoio e le donne vi si trovavano per fare il bucato (che nelle frazioni di S. Maria e di Lago invece si faceva nel lago). Per tutti era luogo di socializzazione ed inoltre l’acqua vi veniva attinta anche per uso domestico.
Nel borgo di S. Maria molti edifici mantengono intatte le loro arcaiche forme originarie. Tra i tetti di S. Maria spicca la storica chiesa, la più antica della zona, menzionata nel testamento di Sofia di Collalto, che nel 1170 la donò all’abate di Follina. Nella casa adiacente, indicata come la canonica, per qualche tempo avrebbe risieduto anche S. Carlo Borromeo, Abate Commendario di Follina. In chiesa si trovano un’opera cinquecentesca di Francesco da Milano (1502-1547) e due paliotti di Egidio dall’Oglio (1705-1784). All’esterno il grap (grata di protezione in ferro posta nel 1510) protegge dagli animali il terreno sacro che fu luogo di sepoltura.
Lago è l’unica frazione del Comune che ha il centro storico nel fondovalle, per la gran parte edificato a sud della strada che attraversa la vallata. Gli edifici di maggior rilievo che si affacciano sulla strada sono la vecchia canonica di origine settecentesca, la vecchia e la nuova chiesa di S. Giorgio, che contiene opere di Francesco da Milano e di Egidio Dall’Oglio, ed il campanile. Da qui verso ovest, prima di arrivare all’abitato di Sottocroda, alla fine di Via Caiada, in località Soracol, si incontra l’antico lazzaretto (ora sede del gruppo Alpini).
Presso la piazzetta del borgo sulla strada comunale, sulla facciata di una vecchia casa possiamo notare un affresco cinquecentesco raffigurante l’ultima cena assieme a motivi decorativi e figure dipinte.
Parco del Livelet: è un sistema di aree didattiche e laboratori all’aperto costituito da uno spazio dedicato alla ricostruzione archeologica con tre tipologie di insediamento abitativo che rappresentano rispettivamente il Neolitico, l’Età del Rame e l’Età del Bronzo e da aree e strutture dedicate all’accoglienza, alla didattica, alla simulazione di uno scavo archeologico e all’agricoltura sperimentale. Al Livelet, puoi immergerti in un viaggio nel tempo preistorico e sperimentare la quotidianità degli antichi uomini grazie alla visita alle strutture abitative, all’interazione diretta con materiali, utensili, armi da caccia e colture e alle attività didattiche proposte.
MANIFESTAZIONI
Significative sono le Sacre rappresentazioni della Passione di Cristo e del presepio vivente che si tengono già dal 1933 nelle caratteristiche irte viuzze in acciottolato con attori e comparse locali. La processione della via crucis si snoda fino alla chiesa di San Francesco da Paola attraverso dodici caratteristici capitelli. Nel paese di Lago, tra le caratteristiche case di pietra ogni anno rivivono, grazie alla mostra “vecie arti e mestieri” usi e costumi della tradizione contadina ed artigiana. Tra i cortili ed entrando nelle case con i molti artigiani che reinterpretano e mantengono vive le arti locali, si trovano riprodotte l’antica bottega del fabbro, del falegname.
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