Le due capitali del Prosecco Superiore DOCG

Il percorso principale della Strada del Prosecco, circa 90 km. su asfalto, ha voluto ricalcare, per quanto possibile, l’originario tracciato inaugurato nel 1966 per le sue indubbie valenze storiche e culturali, affiancandolo però con un itinerario di ritorno che consente al visitatore di rientrare per un’altra via al punto di partenza.

Il nostro viaggio inizia idealmente dalla Città di Conegliano, che offre l’opportunità di una passeggiata tra i portici di Contrada Grande, ad ammirare le facciate di palazzi nobiliari, la straordinaria bellezza degli affreschi sulla facciata del Duomo e sullo sfondo il Castello.

Non molto distante si trova lo storico Istituto Cerletti, la più antica Scuola enologica d’Italia fondata nel 1876 (visitabile previa prenotazione l’ottocentesca ed affrescata Bottega del Vino ed il museo dedicato al prof. Luigi Manzoni, creatore dei famosi “Incroci Manzoni”, vitigni che generano vini molto interessanti).

Da qui imbocchiamo la Strada del Vino dirigendoci verso Collabrigo, borgo che regala suggestivi panorami sui colli circostanti, punteggiati di vigneti e piccole macchie boscate. Interessante anche la settecentesca villa Ghin Montalban.

Si prosegue poi verso Rua di San Pietro di Feletto e il suo seicentesco eremo camaldolese (sede del Municipio), per arrivare a San Pietro di Feletto ove sorge la splendida Pieve del XII sec. di squisite ed eleganti linee romaniche, assolutamente da non perdere.

Il successivo tratto di strada si dipana sino a Refrontolo tra un susseguirsi di scorci suggestivi sui colli del Felettano, mentre una breve deviazione può condurre all’incantevole Molinetto della Croda, incastrato nella roccia.

Arrivati a Solighetto, scopriamo la settecentesca Villa Brandolini, sede del Consorzio Tutela del Vino Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg e luogo che ospita diversi eventi culturali. Poco lontano a Soligo sorge la chiesetta di Santa Maria Nova risalente, come i suoi affreschi, al XIV secolo. Una breve escursione conduce al tempietto di San Gallo sull’omonimo colle da cui si può godere di una straordinaria vista panoramica sulla sottostante valle del Piave.

Superata Farra di Soligo, si arriva a Col San Martino con le sue medievali Torri di Credazzo, testimonianza della presenza longobarda, e l’autentico gioiello architettonico ed artistico della Chiesetta di San Vigilio, adagiata sulle colline e raggiungibile con una passeggiata di pochi minuti.

Sino a Colbertaldo si può godere di un paesaggio in buona parte ancora integro e disegnato da piccoli coni collinari, poeticamente definiti chiocciole, spesso punteggiati delle antiche ‘Casére’ dove i contadini ricoverano ancora oggi il fieno e gli attrezzi.

Il nostro viaggio prosegue verso Nord, immergendosi tra infiniti vigneti per raggiungere quello che è il cru per eccellenza dell’area Docg del Prosecco Superiore, ovvero l’area del Cartizze da cui si ricava l’omonimo pregiato spumante.

Dal basso, dirigendosi verso il Follo e risalendo poi verso Santo Stefano, si possono ammirare alcuni tra i più bei panorami delle colline del Prosecco Superiore Docg, i cui vigneti ininterrotti lasciano spazio solo sulle sommità dei rilievi collinari ai rinomati boschi di castagno. Oltrepassati Santo Stefano e San Pietro di Barbozza (sede della Confraternita di Valdobbiadene), si arriva infine a Valdobbiadene dove si conclude il nostro viaggio di andata non senza un’occhiata alla piazza principale circondata di edifici di stile neoclassico, e poco lontano alla deliziosa Chiesetta di San Gregorio del ‘600, utilizzata, grazie alla sua ottima acustica, per eventi musicali e corali.

Da Valdobbiadene riprendiamo il cammino, ritornando sui nostri passi in direzione di Guia; un tragitto che presenta alcuni tra i più suggestivi ed imponenti belvedere sulle colline sottostanti e sulla loro trama di vigneti ininterrotti.

Ci avviamo, lungo la S.P. 123 in direzione di Campea immersi in un paesaggio rurale ancora ben conservato. Superato il fiume Soligo e oltrepassata la SP4, a Pedeguarda si sale rapidamente in quota verso Farrò in un ambiente per molti tratti nuovo perché i vigneti, spesso ripidi e scoscesi – da non perdere in questo senso la veduta di Rolle – si aprono o fanno da contraltare a fitti boschi.

Lasciata alle spalle Arfanta, ci si dirige verso Tarzo e Corbanese prima, e poi Cozzuolo, Carpesica, Ogliano lungo un tratto di strada caratterizzato da interessanti opere idraulico – agrarie come i ciglioni, e dal profilarsi sull’orizzonte degli antichi paesi e dei loro campanili. Il viaggio si avvia alla sua conclusione attraverso il centro di Conegliano e l’arrivo all’Istituto Cerletti.

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